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 Ci siamo ritrovati vivi, siamo qui in questo tempo, possiamo scegliere di vivere per gli altri o per noi stessi, possiamo ascoltare la parola di Dio o diventare noi stessi parola e seguire i nostri comandamenti, il nostro istinto, seguire le nostre debolezze o i nostri vizi, possiamo passare una vita a inseguire i piaceri, godere di ogni cosa nel modo più bieco,  vivere per la ricchezza e l’effimero. Siamo nati liberi, liberi di amare o di odiare, siamo liberi di farlo, siamo liberi di vivere o morire, siamo tante cose messe insieme e nello stesso tempo ci accorgiamo di non essere niente, si corre per non perdere tempo, si corre per bruciare tutto e subito prima che sia troppo tardi, siamo una goccia nell’oceano, siamo uomini, siamo donne, siamo poveri e ricchi, felici e infelici, siamo tutto e il suo contrario, siamo un paradigma, un mistero, un calcolo matematico, siamo un caso o una scelta, siamo dei figli ma possiamo essere dei genitori, siamo soli ma anche comunità. Nella propria vita tutti si dovrebbero sempre mettere in discussione, farsi delle domande: sono abbastanza attento al mondo che mi circonda? sono indifferente, impotente? sono uno che si fa gli affari propri? Siamo indifferenti alle persone vicine e il più delle volte a quelle lontane nemmeno ci sogniamo di poter fare qualcosa. Fare cosa? È una questione di soldi o una questione di attenzione, sarà servita una carezza durata un attimo a chi ne aveva bisogno proprio in quell’attimo? E’ tempo perso essere vicino alle persone che soffrono? Madre Teresa di Calcutta ha sprecato il suo tempo quando si ritrovava a volte a poter regalare solo pochi secondi di affetto alle persone moribonde? Eppure Gesù ci ha testimoniato che un attimo può durare una vita, un istante può cambiare il corso della propria strada, ci sono attimi che durano una eternità, ci sono gesti che durano quel tanto da riempire il cuore a persone che aspettavano solo quel segno di comunione fraterna. E allora è bene domandarsi quali persone abbiamo incontrato nella nostra vita che hanno saputo regalarci tanto. Possiamo partire da dove vogliamo dalla fattorino del treno che con il suo sorriso ci allieta una giornata di lavoro, passare dalla fioraia o ricordarci dei ragazzi del coro che molte volte con la loro musica e i loro canti ci hanno fatto venire la pelle d’oca. Già, la pelle d’oca, ci eravamo dimenticati anche di questa sensazione; era da tempo che nella nostra vita non incontravamo qualcuno che fosse in grado di farci provare queste emozioni. Se continuiamo a pensare e ci riteniamo dei fortunati possiamo ricordarci di quanti ci hanno fatto piangere di gioia, già in quei momenti forti quando tutti si sentono amici fraterni, davanti a un presepe, nei concerti, in alcune feste particolari,  in certi momenti di vita in cui è capitato anche questo. Può anche capitare di ritrovarsi a guardare indietro e accorgersi che nella propria vita non ci è mai successo niente di tutto questo, niente!!, buio totale, tristezza, infelicità, mai un affetto caro, mai una persona vicina. Non lo diciamo, ma la delusione più terribile sarà quella di accorgersi che la propria compagna di vita o il proprio compagno, che i propri fratelli o le proprie sorelle, che i propri genitori non hanno saputo regalarci nulla di tutto questo… alla fine ci accorgiamo che siamo proprio  noi stessi che non abbiamo saputo regalarci niente. Ci siamo ritrovati soli, cosa ci sarà mai da scoprire ancora? se ci guardiamo dentro, se continuiamo a metterci in discussione? L’unica cosa che possiamo scoprire se lo vogliamo è che siamo ancora integri, siamo ancora capaci di ascoltare e di parlare, abbiamo il cuore  e le orecchie di sempre, così lo stesso gli occhi, possiamo parlare o continuare a non vedere, in fondo ci è sempre piaciuto vedere con gli occhi degli altri, gli occhi della televisione, con gli occhi di certi amici. Abbiamo fatto finta di non vedere  come ci siamo ridotti, abbiamo anestetizzato il nostro cuore per non vedere niente di noi e niente degli altri, abbiamo scritto anche le massime del tipo “vivi e lascia vivere” che per certi versi è una grande massima, ma per altri è solo una misera massima. Guardarsi indietro, mettersi in discussione, domandarsi, per arrivare dove? Al tempo delle domande segue quello delle risposte, ricercare delle risposte valide per la nostra vita, ricercare uno straccio di verità o ritrovare la verità attesa  da una vita. Siamo passati dalla discoteca ma non abbiamo trovato le risposte che cercavamo, poi dallo stadio, dalla Chiesa e dalla sacrestia, dai campi estivi e dai pellegrinaggi, dai miracoli e dalle processioni, siamo qui e non abbiamo una risposta, abbiamo ancora un cuore per ascoltare ma nessuno parla. L’unica sorpresa che ci allieta la mente è venire a sapere che ci sono persone che hanno pregato per noi. Hanno pregato per noi quando  non avevamo tempo per essere vicini a loro, nei momenti di bisogno, hanno pregato per noi quando eravamo noi a stare male, hanno pregato prima di nascere e dopo, quando siamo morti. Allora ti accorgi che ci sono dei gesti che hanno un valore universale, sono senza tempo. Si può avere una risposta da una preghiera? Dipende, sarebbe la risposta più appropriata. Se per preghiera s’intende mettersi in ascolto la risposta c’è già, se per preghiera s’intende una richiesta di cose da avere, la risposta sarà impercettibile perché sarà il frastuono delle tue richieste a coprirne il suono. Cosa si prova a scoprire che mentre si era a Milano o magari dall’altro lato del mondo qualcuno ha pregato per noi? C’è da gustare questa universalità della Chiesa? Ne vale la pena? Sorpresi da tutto questo, quello che Gesù ci ha testimoniato diventa una certezza? Ci risuonano in mente le Sue parole : “amarsi gli uni gli altri”. Noi conosciamo questo amore? Crediamo di conoscerlo e ci basta o continuiamo a cercarlo per sperare oltre? Abbiamo conosciuto l’amore Amore, quello che capita poche volte nella vita, quello per cui daresti l’anima pur di non perderlo, l’amore fraterno, quello che vorresti durasse a lungo, quello in cui credi di aver trovato il vero amico o la vera amica. L’amore amichevole o la benevolenza, quel tipo di amore che non comporta “un certo impegno”, quello che hai per gli amici con cui ti incontri ogni tanto e che non riescono a darti niente e dove nemmeno tu riesci a dare, trasmettere grandi cose. Infine quando tutto va storto o non dura come tu vorresti che durasse, rimane “l’amore più grande”, l’amore universale quello in cui devi credere e non abbandonare mai: forse è l’amore vero che ognuno di noi ha nel suo cuore, quello che tiene nascosto ed ha paura di trasmetterlo agli altri, anche quando non lo meritano. Alla fine c’è sempre questo amore più grande che ti fa andare avanti e ti riempie di gioia: ti fa capire che proprio per questo amore devi perseverare ad ogni  costo. Ogni tanto ci sono giorni che te lo ritrovi davanti negli occhi delle persone che incontri e ti ritrovi le risposte a molte tue domande.

Antonio Pirrotta