Piria
Raffaele
Scienziato,
chimico. Nato a Scilla il 20 agosto del 1814 da Luigi e da
Angela Tortiglione. La nascita del geniale chimico fu riv endicata
da altri paesi, tra cui Palmi, ormai è fuor di dubbio che sia
avvenuta in terra scillese, lo testimonia l'atto di nascita
registrato al Comune di Scilla e l'atto del battesimo tratto dai
registri della Parrocchia. Il giovane Raffaele fu avviato agli studi
mentre il fratello Giuseppe si dedicò al commercio, infatti, la
famiglia del Piria apparteneva alla classe dei commercianti d'olio.
Compiuti gli studi al Collegio di Reggio Calabria, a soli quindici
anni, fu inviato a Napoli- città natale della madre- per
intraprendere gli studi di medicina e conseguirne la laurea. Al
centro dei suoi interessi il giovane Piria mise la Chimica alla
quale dedicò tutti i suoi interessi e le sue passioni, tanto che le
sue ricerche nel 1836 lo condussero a Parigi dove gli fu messo a
disposizione - dal celebre Giovan Battista Dumas- un laboratorio per
le verifiche dei suoi studi. Durante il suo soggiorno parigino gli
fu offerta la nom ina
di Professore nella celebre Università di Pisa, il Piria accettò e
fu "maestro esemplare, dotato di genialità intuitiva, facilità di
parola, eccellente perizia nella tecnica … entusiastico trasporto
per tale scienza". Fu autore di uno dei più grandi trattati di
Chimica organica e come scrisse il Cantù, "uno dei maggiori
maestri di tutta l'Europa, in fatto di chimica organica": si
deve a lui, grazie alla scomposizione della salicina, la
scoperta di quelle importanti sostanze vegetali denominate
glucosidi. Scoprì, ancora, che uno degli elementi costitutivi
dello zucchero era il glucosio
e studiando l'altro elemento scoperse la saligenina,
l'acido salicilico e numerosi derivati salicilici. Identificò
nella tirosina
tra i prodotti di demolizione delle proteine e con le sue ricerche
sull'asparagina e sull'acido aspartico - che trasformò
in acido malico - fornì un metodo che rendeva possibile il
passaggio degli aminoacidi agli ossiacidi. Grazie alla sua fama, nel
1856, gli fu offerta la Cattedra di Chimica Inorganica
dell'Università di Torino. La sua passione per la Chimica non
distolse il Piria dagli avvenimenti socio-politici che travagliavano
la penisola, fu insieme al Pilla e al Matteucci il promotore di quel
battaglione universitario che permise la vittoria di Goito
all'esercito piemontese. Fondò insieme al Matteucci il Nuovo
Cimento. Trasferitosi definitivamente in Piemonte concluse la sua
carriera universitaria nella città capoluogo, nel 1860 fu in
Calabria per organizzare il plebiscito d'annessione al Regno
d'Italia, deputato al Nuovo Parlamento nel 1862 e nel maggio dello
stesso anno fu nominato Senatore. Concluse la sua esistenza il18
luglio del 1865. Il suo paese natale lo ricordò con la scoperta - il
2 giugno 1895- di una lapide nella sua casa natìa e la via che la
costeggia a lui fu intitolata: " A Raffaele Piria, scienziato
sommo, che l'ufficio del pensiero intese, come investigazione e
redenzione, scopritore cittadino milite ad ogni età civile, parrà
esempio completo del tipo umano".
Restauro
Epigrafe di via Raffaele Piria
Così lo ricordò l'Università di Torino
"Una grande sventura ha colpito l'Italia e la
scienza, il più illustre tra i chimici
italiani ha cessato di vivere.
Sarebbe vergogna che l'Università alla quale questo grande ingegno
in ultimo appartenne non cercasse di perpetuarne la ricordanza. Il
nome di Piria è titolo di gloria per gli italiani e le altre nazioni
ce lo invidiano.
Onoriamo dunque la nostra terra onorandolo".
Rettore Enrico D'Ovidio
Università di Torino 1865 |