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Fucà Giuseppe

Presidente nazionale Dell’Unione Italiana Ciechi. Nato a Scilla il 31 ottobre del 1922 da Giacomo e Maria Delfino. Nato cieco, discendente da una famiglia di non vedenti, visse i primi anni della sua infanzia nel paese natìo fino al giorno in cui i genitori lo inviarono a Napoli presso l’Istituto per Ciechi “Principe di Napoli”. Dopo diversi interventi chirurgici, acquistò un decimo di capacità visiva e si trasferì a Firenze per lavoro, dove nel 1955 gli fu offerta la possibilità di insegnare nella Scuola dei giovani non vedenti. Lavorò con impegno, e grande fu l’incoraggiamento dei suoi allievi, affinchè la Scuola si adeguasse ai nuovi insegnamenti e diventasse anche scuola di fisioterapia. A tale scopo si recò a Parigi e Londra per conoscere i metodi adottati dalle maggiori città europee e per acquisire quell’esperienza necessaria per la crescita della Scuola fiorentina; fu promotore della proposta di legge per il riconoscimento della Scuola da parte dello Stato, egli stesso redasse il testo della proposta, che il Parlamento approvò. Divenuto personaggio di primo piano anche nel nuovo Istituto, per le sue grandi capacità, fu nominato Presidente dell’U.I.C e costretto a lasciare l’insegnamento, continuò il suo impegno nel nuovo ruolo , si trasferì a Roma. Tante sono state le iniziative promosse negli anni della sua presidenza: i centri di addestramento dei cani guida, le scuole per i non vedenti, la legge sull’indennità di accompagnamento, ecc. Fu Presidente del Consiglio Federativo delle Associazioni Nazionali degli Invalidi Civili e membro della Delegazione Italiana per l’Organizzazione Mondiale dei Ciechi- sotto l’egida delle Nazioni Unite. Nel 1980, ha scritto un libro “Un racconto per Chiara” dedicato alla sua nipotina, nata finalmente con gli occhi sanissimi. Nella prefazione del libro si legge: “…la prima necessità è quella di preparare tanti e tanti oculisti per prevenire e curare le malattie della vista; la seconda è disporre di tanti e tanti giornalisti capaci di frustare la società e i Governi per non far dimenticare … riservando a quella parte di popolo per la quale i colori dell’alba sono uguali a quelli del tramonto, ogni sostegno, ogni atto di giustizia, ogni mano tesa per attraversare in cordata i difficili incroci della vita”. Amava molto il suo paese tanto da scrivere che “… anche da lontano il figlio di Scilla sente il profumo di zagara, di giglio e vede e vive le notti d’argento di Scilla…questo angolo di terra che appaga chi ci vive e fa sognare quanti, per amaro destino l’hanno lasciata”. Giuseppe Fucà lasciava la sua nobile esistenza a Firenze il 18 settembre del 1981 e come ebbe a dire “ sono poche le persone che hanno la fortuna di morire qui dove sono nate”. Il 28 agosto del 1999 gli è stata intitolata una strada del suo amato paese, quale testimonianza di una vita vissuta spendendosi per gli altri.